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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 2 luglio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha eretto la Diocesi di Montenegro (Brasile), con territorio dismembrato dall'Arcidiocesi di Porto Alegre, rendendola suffraganea della medesima Chiesa Metropolitana.

- Ha nominato il Vescovo Paulo Antônio de Conto, finora Vescovo di Criciúma (Brasile), primo Vescovo della Diocesi di Montenegro (superficie: 4.395; popolazione: 335.521; cattolici: 268.417; sacerdoti: 35; religiosi: 147), Brasile.

- Ha nominato il Monsignore Romualdo Matias Kujawski, del clero della Diocesi di Poznan (Polonia), 'fidei donum' nell'Arcidiocesi di Palmas (Brasile), Vescovo Coadiutore di Porto Nacional (superficie: 96.488; popolazione: 332.000; cattolici: 286.000; sacerdoti: 36; religiosi: 39; diaconi permanenti: 4), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Poznan (Polonia), è stato ordinato sacerdote nel 1973.
ECE:NER:NEC/.../DE CONTO:KUJAWSKI                   VIS 20080702 (110)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina l'Arcivescovo eletto Bernardito C. Auza, Nunzio Apostolico in Haiti con i familiari.
AP/.../...                                         VIS 20080702 (30)

COLOMBIA: APPELLO PAPA CESSAZIONE VIOLENZA E SEQUESTRI


CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha indirizzato un Messaggio ai Presuli della Conferenza Episcopale della Colombia, riuniti in Assemblea Plenaria dal 29 giugno al 5 luglio, per commemorare il primo centenario di istituzione della Conferenza Episcopale.

  "La Conferenza Episcopale della Colombia, nata nel 1908" - scrive il Papa  - "ha dato costante impulso alla missione evangelizzatrice della Chiesa in quella cara Nazione, ricercando vie e metodi adeguati a rafforzare la vita ecclesiale in quelle terre e ad incoraggiare i battezzati a rispondere con generosità alla vocazione alla santità che è loro propria".

  Riferendosi alle sfide che la Chiesa in Colombia deve affrontare, Papa Benedetto XVI scrive ancora: "Desidero dirvi che in questo lavoro non siete soli. Vi accompagno con la mia preghiera e vicinanza spirituale negli sforzi che state compiendo affinché il Vangelo risuoni in ogni luogo della terra colombiana attraverso le iniziative avviate nel campo della pastorale educativa e universitaria, nella cura che dedicate ai carcerati, agli ammalati, agli anziani, agli indigeni, ai lavoratori, agli sfollati, ai giovani e alle famiglie".

  "Con la certezza che state gettando solide fondamenta per un futuro promettente, e per il bene di tutta la Chiesa, vi incoraggio inoltre a intensificare l'attenzione che prestate ai sacerdoti, seminaristi, missionari, religiosi e religiose, e a dare nuovo slancio ai diversi programmi di formazione di catechisti, laici e operatori pastorali".

  "Non posso neanche dimenticare l'attenzione che ponete nell'essere uomini di concordia, né le vostre continue esortazioni affinché cessino la violenza, il sequestro, l'estorsione che subiscono molti  figli di quella amata terra" scrive infine il Papa e conclude: "Prego ardentemente Dio affinché terminino quanto prima queste situazioni che hanno causato tanto dolore e affinché in Colombia possa regnare una pace stabile e giusta, in un clima di speranza e di benessere".
MESS/PACE:SPERANZA/VESCOVI COLOMBIA               VIS 20080702 (310)


SAN PAOLO: TOTALE DEDIZIONE CRISTO E APERTURA UMANITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 2 LUG. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo di Catechesi dedicate all'Apostolo San Paolo, al quale è consacrato lo "Anno Paolino", inaugurato il 28 giugno scorso e che si concluderà il 29 giugno 2009. L'Udienza si è tenuta nell'Aula Paolo VI con la partecipazione di 8.000 persone.

  "L'Apostolo Paolo" - ha detto il Santo Padre - "sta davanti a noi come esempio di totale dedizione al Signore e alla sua Chiesa, oltre che di grande apertura all'umanità e alle sue culture. E' giusto dunque che gli riserviamo un posto particolare, non solo nella nostra venerazione, ma anche nello sforzo di comprendere ciò che egli ha da dire anche a noi, cristiani di oggi. In questo nostro primo incontro vogliamo soffermarci a considerare l'ambiente nel quale egli si trovò a vivere e a operare" e "potremo constatare, che, sotto vari aspetti, il contesto socio-culturale di oggi non differisce poi molto da quello di allora".

  L'Apostolo delle Genti, ha spiegato il Pontefice, "viene da una cultura ben precisa e circoscritta, certamente minoritaria, che è quella del popolo di Israele e della sua tradizione". Le credenze e gli stili di vita degli ebrei "li distinguevano nettamente dall'ambiente circostante; e questo poteva avere due risultati: o la derisione, che poteva portare all'intolleranza, oppure l'ammirazione (...) Due fattori favorirono l'impegno di Paolo. Il primo fu la cultura greca o meglio ellenistica, che dopo Alessandro Magno era diventata patrimonio comune almeno del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente (...). Il secondo fattore fu la struttura politico-amministrativa dell'impero romano, che garantiva pace e stabilità dalla Britannia fino all'Egitto meridionale (...). In questo spazio ci si poteva  muovere con sufficiente libertà e sicurezza, (...) trovando (...) caratteristiche culturali di base, che senza andare a scapito dei valori locali, rappresentavano comunque un tessuto comune di unificazione".

  "La visione universalistica tipica della personalità di San Paolo" - ha commentato il Papa - "deve certamente il suo impulso di base alla fede in Gesù Cristo (...). Tuttavia, anche la situazione storico-culturale del suo tempo e del suo ambiente non può non aver avuto un influsso sulle sue scelte e sul suo impegno".

  "Qualcuno ha definito Paolo 'uomo di tre culture'" - ha proseguito il Pontefice - "tenendo conto della sua matrice giudaica, della sua lingua greca, e della sua prerogativa di 'civis romanus', come attesta anche il nome di origine latina. Va ricordata in specie la filosofia stoica, che era dominante al tempo di Paolo" e "i valori altissimi di umanità e di sapienza" dei filosofi stoici "che saranno naturalmente recepiti nel cristianesimo (...). Al tempo di San Paolo era in atto anche una crisi della religione tradizionale, almeno nei suoi aspetti mitologici e anche civici".

  "In conclusione, da questa rapida carrellata sull'ambiente culturale del primo secolo dell'era cristiana" - ha detto infine il Santo Padre - "appare chiaro che non è possibile comprendere adeguatamente San Paolo senza collocarlo sullo sfondo, tanto giudaico quanto pagano, del suo tempo. In questo modo la sua figura acquista in spessore storico e ideale, rivelando insieme condivisione e originalità nei confronti dell'ambiente".

  "Ma ciò vale analogamente" - ha concluso il Pontefice - "anche per il cristianesimo in generale, di cui appunto l'apostolo Paolo è un paradigma di prim'ordine, dal quale tutti noi abbiamo ancora sempre molto da imparare. E' questo lo scopo dell'Anno Paolino: imparare da San Paolo, imparare la fede, imparare il Cristo, imparare infine la strada della retta vita".
AG/SAN PAOLO/...                                   VIS 20080702 (580)


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